
- Categoria : Sport
- Anno : 2020 - 2025
- Location : Bergamo, Bergamo, Italia
- Dimensioni :49.000 mq
- Cliente : Atalanta Bc
- Incarico : Master Plan, Progetto architettonico, Interior design
ATALANTA STADIUM – Lo stadio come rigenerazione urbana
Lo stadio come rigenerazione urbana
Lo stadio come fatto urbano
Siamo abituati a pensare allo stadio come infrastruttura sportiva “tecnica” oppure come un oggetto di design, più o meno “fuori scala” rispetto al tessuto urbano. Il nostro interesse è riflettere su come intervenire su un impianto esistente – come quello di Bergamo, inaugurato nel 1928 – possa diventare una reale occasione di rigenerazione urbana, pensando quindi allo stadio come fatto urbano, parte integrante della città e della sua dinamica sociale ed economica.
Bergamo, un contesto unico
Crediamo sia particolarmente interessante raccontare questa sfida della rigenerazione urbana con il progetto dello stadio di Bergamo: una città con un forte disegno urbano, le fortificazioni venete patrimonio UNESCO dal 2017, un paesaggio naturale molto presente e una preesistenza architettonica di indubbio interesse storico-artistico. I recenti successi dell’Atalanta testimoniano il legame inscindibile tra squadra, città e territorio.
Bergamo anticipa il futuro scenario nazionale: tutte le città dovranno interrogarsi sul futuro dello stadio, decidendo se ripensarlo come fatto urbano oppure costruire un nuovo impianto in periferia.
La storia degli stadi italiani
La storia degli stadi italiani aiuta a comprendere questa sfida. Costruiti tra gli anni ’20 e ’40, erano edifici civici collocati ai margini urbani, privi di un linguaggio architettonico specifico. Negli anni ’60, con la crescita delle città, lo stadio perde la sua natura civica e diventa infrastruttura tecnica. L’ultimo capitolo è quello degli stadi come icone spettacolari: involucri fuori scala, pensati per un linguaggio mediatico e slegati dal contesto.
Cambiare paradigma: da Confine a Bordo
Il progetto di Bergamo cerca di cambiare paradigma. Da Confine a Bordo sintetizza il nostro approccio: lo spazio di sicurezza imposto dalla normativa diventa occasione per restituire alla città una nuova piazza e un parco. Spostando gli accessi al primo livello, il suolo si libera per attività commerciali e funzioni aperte al quartiere. Lo stadio torna ad essere parte del tessuto urbano, poroso e accessibile.
Questa idea nasce da esperienze precedenti, come l’intervento sul Belvedere del grattacielo Pirelli, dove Gio Ponti concepì il 31° piano come restituzione alla città dello spazio sottratto al suolo. Da allora, la restituzione dello spazio pubblico è diventata principio progettuale in tutti i nostri lavori.
Lo stadio e la città
Il progetto dialoga con il Lazzaretto del 1508, con Città Alta e con la Maresana, inglobando la preesistenza storica per recuperare il valore civico dell’edificio novecentesco e restituirlo in una narrazione contemporanea.
In questo modo, lo stadio di Bergamo non è solo un impianto sportivo, ma una nuova occasione di rigenerazione urbana: un luogo che restituisce alla collettività ciò che sottrae, riaffermando il ruolo dello spazio pubblico come elemento fondante del progetto.